Competenze, diversità e corporate governance
Nell’ambito dell’attuale dibattito circa la proposta di estensione della legge Golfo-Mosca sull’equilibrio tra i generi negli organi delle società quotate e a controllo pubblico, il Gruppo Minerva ALDAI-Federmanager attenta alla valorizzazione dei propri Dirigenti ha costituito un gruppo di lavoro “Donne Dirigenti e CdA” che si propone di identificare le competenze più rilevanti che il manager d’azienda porta agli organi sociali ai fini delle decisioni strategiche e della gestione dei rischi aziendali. Il Gruppo è aperto agli iscritti ALDAI-Federmanager interessati a contribuire ai temi di corporate governance.
a cura del GdL Minerva ALDAI-Federmanager
Si parla molto, anche a livello internazionale, dell’impatto positivo della diversità sulla cultura aziendale e sulla qualità del processo decisionale. Un recente studio della Consob (“Boardroom gender diversity and performance of listed companies in Italy”*) indica come la partecipazione delle donne negli organi sociali ha avuto un effetto positivo e significativo su tutte le misure di performance aziendale utilizzate quando le donne sono presenti in modo incisivo (più dal 30% del Consiglio in su).
Il “Rapporto sulla corporate governance delle società quotate” di Consob d’altro canto evidenzia come dal punto di vista professionale siano aumentati i consulenti, i professionisti e gli accademici, categorie nelle quali le donne sono più attive e visibili. Limitata rimane invece l’incidenza delle donne manager con esperienze industriali anche se la classe dirigente femminile è una realtà sempre più importante nelle nostre aziende industriali.
Il Codice di Autodisciplina (2018) delle Società Quotate alla Borsa Italiana, oltre ad incoraggiare il mantenimento dell’equilibrio tra i generi al di là dei requisiti di legge, sottolinea l’importanza della diversità in senso ampio auspicando la presenza di varie professionalità: “Nella valutazione della composizione del consiglio, occorre verificare che siano adeguatamente rappresentate, in relazione all’attività svolta dall’emittente, le diverse componenti (esecutiva, non esecutiva, indipendente) e le competenze professionali e manageriali, anche di carattere internazionale, tenendo altresì conto dei benefici che possono derivare dalla presenza in consiglio di diversi generi, fasce d’età, anzianità di carica e altri aspetti di diversità individuati dall’emittente”.
Il “Rapporto sulla corporate governance delle società quotate” di Consob d’altro canto evidenzia come dal punto di vista professionale siano aumentati i consulenti, i professionisti e gli accademici, categorie nelle quali le donne sono più attive e visibili. Limitata rimane invece l’incidenza delle donne manager con esperienze industriali anche se la classe dirigente femminile è una realtà sempre più importante nelle nostre aziende industriali.
Quali sono dunque i tratti che distinguono il manager d’azienda e che sono adeguati a sostenere i temi prioritari per i CdA? Si parla in particolare di competenze industriali, internazionali, inclusive.
- industriali: conoscenza delle tecnologie, dei benefici della trasformazione digitale, dell’impatto dell’innovazione sui processi operativi e produttivi.
- internazionali: approccio multiculturale, attenzione agli aspetti di diversità e comprensione dei rischi geopolitici e commerciali.
- inclusive: la capacità di fare squadra, l’orientamento alla responsabilità sociale dell’impresa (i temi “ESG”) intesa come attenzione alle politiche di genere, i diritti umani, gli standard lavorativi e i rapporti con la comunità civile.
Il Codice di Autodisciplina (2018) delle Società Quotate alla Borsa Italiana, oltre ad incoraggiare il mantenimento dell’equilibrio tra i generi al di là dei requisiti di legge, sottolinea l’importanza della diversità in senso ampio auspicando la presenza di varie professionalità: “Nella valutazione della composizione del consiglio, occorre verificare che siano adeguatamente rappresentate, in relazione all’attività svolta dall’emittente, le diverse componenti (esecutiva, non esecutiva, indipendente) e le competenze professionali e manageriali, anche di carattere internazionale, tenendo altresì conto dei benefici che possono derivare dalla presenza in consiglio di diversi generi, fasce d’età, anzianità di carica e altri aspetti di diversità individuati dall’emittente”.
I dati sulla corporate governance hanno dimostrato che l’attenzione alla diversità derivata dalla Legge Golfo-Mosca ha avuto un impatto positivo su altri aspetti oltre al genere: l’età, il livello di istruzione, la diversità delle competenze.
Il Gruppo di Lavoro “Donne Dirigenti e CdA” è ora composto da donne con esperienza manageriale almeno ventennale che include la finanza, l’area commerciale, la trasformazione digitale e l’area legale.
Il Gruppo di Lavoro “Donne Dirigenti e CdA” è ora composto da donne con esperienza manageriale almeno ventennale che include la finanza, l’area commerciale, la trasformazione digitale e l’area legale.
Paola Poli, coordinatrice del Gruppo Minerva ALDAI-Federmanager, commenta: “Questo gruppo ha iniziato un’importante interazione che porta a un confronto aperto sulle tematiche portanti del sistema industriale, sulle sue sfide e sul ruolo che le donne manager possono avere a sostegno dei CdA. L’Italia ha oggi raggiunto una buona rappresentanza femminile paragonata agli altri Paesi europei, ma i tema dell’aggiornamento e della flessibilità, garantire un ricambio e un ulteriore avanzamento è l’obiettivo che il gruppo si è posto, con il sostegno di ALDAI-Federmanager”.
Chi fosse interessato a ricevere maggiori informazioni, può scrivere a:
comunicazione@aldai.it
comunicazione@aldai.it
GRUPPO DI LAVORO
MINERVA ALDAI-FEDERMANAGER:
DONNE DIRIGENTI E CDA
MINERVA ALDAI-FEDERMANAGER:
DONNE DIRIGENTI E CDA
- Marta Pisenti dirigente industria dal 2004
- Lucia Predolin dirigente industria dal 2000
- Ornella Ragazzo dirigente industria dal 1990
- Silvia Stefini dirigente industria dal 1992
- Anna Tiberi dirigente industria dal 2000
01 aprile 2019