I manager lombardi chiedono meno burocrazia

Tra gli oltre 550 dirigenti che hanno risposto al sondaggio di ALDAI-Federmanager, l’88% pensa che semplificare le procedure sia la priorità per tornare a investire in tecnologie e formazione. E si scopre che le aziende erano già pronte prima dell’epidemia allo Smart Working.
A cura della redazione 

Milano, 16 giugno 2020 -  Meno burocrazia per poter lavorare in modo efficace, investendo subito in tecnologie e formazione. È quanto chiedono a gran voce i manager lombardi che hanno risposto a un sondaggio sullo stato dell’industria a seguito della pandemia, ideato e realizzato nell’ambito della task force ALDAI-Federmanager- l’Associazione che rappresenta e tutela oltre 15.000 dirigenti industriali della Lombardia. 

La survey, nata per fronteggiare l’emergenza Covid-19, è stata coordinata da Luca Luchesini, Presidente della Commissione Sindacale e Manuela Biti, Vice Presidente ALDAI-Federmanager. Tra gli oltre 550 dirigenti intervistati che hanno risposto alla survey a fine di aprile, l’88% crede che la semplificazione delle procedure sia l’aspetto prioritario per uscire dalla crisi. Con un’esigenza chiara in prima linea: ricominciare a investire nello sviluppo tecnologico delle proprie aziende e nella formazione dei dipendenti. Investimenti che, secondo i manager, andrebbero supportati da un sistema bancario più forte (64%) e direttamente anche dallo Stato (56%).

Pur se in misura minore rispetto a quanto riportato da altri sondaggi nazionali, anche i manager lombardi raccontano di essere stati colpiti dagli effetti del lockdown. Il 31% afferma infatti di aver subito una riduzione drastica delle attività rispetto al normale, in particolare le Pmi, che prevedono un andamento negativo anche nei prossimi mesi a causa soprattutto dell’allarme liquidità. In questo scenario, emerge tuttavia una più che buona predisposizione allo smart working delle imprese: per ben il 65% il passaggio alla modalità di lavoro agile è avvenuto senza o con pochissime difficoltà. E proprio misure di flessibilità come lo smart working sono viste come lo strumento migliore per abbattere rischi e costi anche in futuro (86%), seguite a ruota dalla resilienza e dalla sostenibilità, che per l’80% dei manager sono destinate a diventare fattori competitivi sempre più importanti.

Se a medio termine non mancano certo segnali di ottimismo, la situazione attuale è vissuta con perplessità, come testimonia la percentuale di colleghi che temono di perdere il proprio posto di lavoro o in generale di subire un ridimensionamento retributivo. È da notare però come questa preoccupazione sia più condivisa tra i manager più giovani rispetto ai colleghi over 50: tra questi ultimi, solo poco più del 20% teme di restare senza lavoro e meno del 15% invece un calo di stipendio. Un dato spiegato probabilmente dalla maggiore autonomia professionale dei dirigenti senior, specie nelle grandi e medio aziende, oltre che dalla consapevolezza delle proprie competenze e del proprio percorso professionale. 
 
“I Manager sono stati, e sono tutt’ora, impegnati in prima linea per trainare le aziende fuori dallo stato di emergenza – afferma il Presidente ALDAI-Federmanager, Bruno Villani -. Due sono le priorità per garantire una pronta ripresa: eliminare la burocratizzazione e far ripartire i cantieri e le grandi opere pubbliche, superando il codice degli appalti. ALDAI-Federmanager, così come tutto il nostro sistema nazionale, si sta adoperando per favorire misure di sostegno alle imprese perché non rinuncino ai manager, figure chiave, ora più che mai indispensabili, per poter ripartire. Senza manager non può esserci ripresa.”

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