Ripresa responsabile

L’emergenza della pandemia ha imposto i domiciliari e il fermo di attività non essenziali per la sopravvivenza. Ma così non si può resistere a lungo ed è necessario prendere le misure e convivere con il virus per riprendere, con tutte le cautele, il nostro cammino per un mondo migliore di prima.

Franco Del Vecchio

Segretario CIDA Lombardia - lombardia@cida.it
Una pandemia richiede una strategia mondiale ma, colti di sorpresa da un morbo in parte sconosciuto, si è proceduto a vista sulla base dell’emozione generata dalle proprie vittime, piuttosto che condividere un piano globale. Con modalità e tempi diversi la reazione al virus si è sviluppata con misure da “coprifuoco” per bloccare il contagio, imponendo il blocco delle attività nella scuola e nel lavoro, limitando libertà individuali nell’interesse collettivo.

Abbiamo capito che la pandemia si diffonde come l’influenza, anche se con decessi cento volte superiori, e i portatori asintomatici possono vanificare le misure preventive basate sul controllo della temperatura. L’unico modo per evitare l’infezione è l’isolamento individuale, familiare o collettivo, se nessuno è portatore del virus. Ma non potendo mettere tutti in isolamento perenne bisogna sviluppare il senso di responsabilità e le buone pratiche per imparare a convivere con la pandemia e pianificare cautamente la ripresa.

Dopo 40 giorni chiusi in casa, senza contatti con altre persone, le reazioni emotive hanno lasciato  spazio alla razionalità e al buon senso, consolidando la certezza che il virus si trasmette attraverso le vie respiratorie e gli occhi per contagio fisico con altre persone o con oggetti e superfici ancora contaminati. Il contagio si può verificare al lavoro, al supermercato, sui mezzi di trasporto o a casa e quindi non è il luogo o l’attività a fare la differenza, ma sono le precauzioni utilizzate e, naturalmente, il numero di persone con le quali si hanno i contatti e che possono aumentare le occasioni di contagio.

Per vincere la pandemia bisogna responsabilizzare ogni singola persona ad assumere comportamenti utili a bloccare la diffusione del virus:
  1. Evitare il più possibile il contatto e la permanenza in luoghi con altre persone; stare almeno ad un metro di distanza (meglio due) da altre persone, evitando in particolare i luoghi affollati; arieggiare le stanze il più possibile e se si è con altre persone. 
  2. Adottare pratiche igieniche per evitare il contagio: abolire strette di mano, abbracci e l’uso promiscuo di bicchieri o bottiglie; pulire le superfici e gli oggetti con disinfettanti; lavare spesso le mani, con prodotti disinfettanti e in modo approfondito per almeno 40 secondi; evitare di toccarsi la bocca, il naso e gli occhi con le mani.
  3. Utilizzare mascherine, guanti ed altri dispositivi utili ad evitare il contagio, come previsto dai protocolli sanitari.
  4. Non prendere farmaci antivirali né antibiotici, a meno che non siano prescritti dal medico; in caso di dubbio chiamare il medico di base, non recarsi al pronto soccorso e chiamare il 112 in caso di sospetto contagio.

Nessuna delle buone pratiche discrimina la presenza individuale in un luogo di lavoro o in auto, se opportunamente igienizzati, oppure impedisce la passeggiata solitaria. Senza compromettere la lotta alla diffusione del contagio si potranno anche realizzare attività collettive, con tutte le cautele del caso e rispettando rigorosi protocolli sanitari.
Nell’interesse della collettività è necessario assumere atteggiamenti e comportamenti efficaci nel contrasto alla pandemia per poter passare gradualmente alla fase due, di convivenza con un virus sotto controllo. La ripresa della attività potrà avvenire con l’evidenza di comportamenti individuali responsabili che possano ridurre le restrizioni alle libertà, ma non possiamo pensare di tornare al lavoro e allo stile di vita pre-coronavirus.

Lavoro a distanza. Sarà interesse individuale e collettivo realizzare a distanza tutte le attività possibili: gli incontri, le riunioni, le attività formative. Basterà apprendere e utilizzare strumenti di videoconferenza ampiamente diffusi, come ad esempio Micrsoft Teams, Webex, Zoom e modalità di lavoro agile. Negli ultimi 40 giorni a casa sono riuscito a realizzare tutti gli incontri (in videoconferenza) con le istituzioni regionali e le organizzazioni associative, senza alcuna interruzione, aumentando anzi la produttività non dovendo perdere tempo per spostamenti nel traffico milanese. Anche i figli hanno lavorato a pieno ritmo negli ultimi 40 giorni in modalità Smart Working svolgendo attività commerciali e di gestione del personale nei settori del trasporto clinico e della produzione di ossigeno e gas. Moltissime attività possono essere realizzate in Smart Working. 

Istruzione a distanza. Se è pericoloso riunirsi in una classe si può creare una classe virtuale in videoconferenza, sempre utilizzando le soluzioni indicate in precedenza che dispongono di funzioni specifiche per gestire tutte le attività formative: spiegazione, esercitazioni, interrogazioni e compiti in classe (senza poter copiare).
 
Consegna a casa. La modalità diffusa con il commercio elettronico diventa la preferita per gli acquisti alimentari, e di ogni altra categoria di prodotti, per ridurre lo spostamento delle persone anziane e a maggior rischio, favorendo al tempo steso il lavoro dei giovani.
Sviluppo del digitale. Le limitazioni imposte alla mobilità e alle reazioni fisiche con altre persone diventeranno abituali per evitare rischi, favorendo stili sempre più “digitali” di vita, di comunicazione, di relazione e di acquisto. L’obbligo a trovare alternative proietterà in pochi mesi le abitudini sociali verso il futuro, con un salto di diversi anni.

Oltre a superare i problemi del contagio, le iniziative indicate permetteranno di ridurre i costi e l’inquinamento generato dal trasporto e aiuteranno a conseguire gli obiettivi dell’agenda ONU 2030 e le logiche di Sviluppo Sostenibile sottoscritte con il protocollo di Regione Lombardia.

Fondamentale il ruolo delle istituzioni nel creare le condizioni per la fase di ripresa: 
  • Protocolli sanitari (nazionali, meglio europei) per lo svolgimento delle attività nei luoghi di lavoro, nei locali commerciali, per i mezzi di trasporto, negli alberghi, nelle residenze per anziani (RSA) e nelle strutture sanitarie 
  • Riduzione della burocrazia a tutti i livelli e in particolare per rendere disponibili i dispositivi sanitari e facilitarne la produzione in Italia
  • Aggiornamento dei rapporti di lavoro per favorire le modalità Smart Working
  • Riduzione della spesa pubblica corrente a favore degli investimenti infrastrutturali per lo sviluppo produttivo, in particolare le reti a larga banda 
  • Piani formativi per assicurare la conoscenza degli strumenti di lavoro a distanza per le organizzazioni pubbliche (scuole, uffici) e per favorire la transizione alla cultura digitale
  • Politiche Attive per favorire il matching fra la domanda di competenze specifiche delle imprese e l’offerta di capitale umano inutilizzato
  • Iniziative per contrastare la povertà creando condizioni di sviluppo del lavoro e progresso del Paese in tutti i settori possibili.

Nessuno verrà lasciato indietro se avremo il coraggio di fare tutti un passo avanti.

Prima impareremo a convivere con la pandemia e prima potremo ridurre gradualmente le restrizioni alla libertà per riprendere una vita nuova, più che normale, e iniziare il percorso per costruire un mondo migliore di prima.

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