Europa: sveglia!
Riflessioni e opinioni

Alberto Pilotto
Federmanager Vicenza
Le recenti festività natalizie e di nuovo anno con la preparazione del presepio e dell’albero, scambi di auguri, pranzi di famiglia, visite ad amici e parenti (sono tradizionalista e conservatore? Si!) mi avevano trasmesso momenti di serenità in un periodo di grandi tensioni internazionali di vario genere (guerre, crisi aziendali, lavoro). Non potevano mancare, poi, i tradizionali concerti televisivi di Capodanno dal Musikverein di Vienna e dalla Fenice di Venezia. Il tutto aveva contribuito ad ispirarmi il titolo del primo numero dell’anno: “What a wonderful word”, la famosa canzone del trombettista e cantante Louis “Satchmo” Armstrong con frasi rasserenanti: …uomini che si stringono le mani… bimbi che crescono… i colori dell’arcobaleno.
Poi, con il passare delle settimane e con la solita lettura di giornali e di notizie e dibattiti televisivi riguardanti lo stato dell’arte della nostra Nazione, dell’Europa e del resto del mondo, ho cominciato a rivedere il progetto iniziale per tornare con i piedi per terra. Il colpo finale, poi, è stato ascoltare il programma politico del neo Presidente degli USA, Donald Trump, durante la cerimonia di insediamento (20 gennaio, Washington) e il discorso del Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, al World Economic Forum (21 gennaio, Davos, Svizzera). Le differenze non potevano che essere enormi, di sostanza e anche di forma: dall’altra parte dell’Atlantico abbiamo visto e sentito Trump elencare un programma politico innovativo di ampio spettro, arricchito da dettagli attuativi (poi trasformati il giorno dopo in decreti); di qui, von der Lyen leggere la solita serie di conferme, di speranze, di visioni. Da una parte, un programma di cambiamento radicale per portare gli USA al vertice mondiale (“America first”), dall’altra la conferma dello stato attuale, in parte “aggiustato” con un impegno futuro (“we will be pragmatic”). Qualche critico potrebbe chiedersi e chiedere: …ma, finora, non eravate pragmatici? E, se non lo siete stati, le decisioni prese sono state solo frutto della idelogia green?

Alberto Pilotto Federmanager Vicenza
I nostri affezionati e attenti lettori sanno che in queste pagine ho spesso usato il termine “pragmatico”, in diversi casi e circostanze e, quindi, a prima lettura mi sono detto (devo confessare che sono un pochino vanesio): vuoi vedere che anche Ursula ci legge? Poi, mi sono detto: No, non ci ha letto, perché tutti i progetti, i programmi, le decisioni, le leggi dell’EU sono sempre stati improntati all’osservazione della prima, unica e per niente pragmatica legge del Governo EU: Green Deal. È, quindi, evidente chel’EU continuerà con le le misure finora attuate per cercare di fermare il cambiamento climatico in Europa(mentre il resto del Mondo continua per la vecchia strada) e che le conseguenze drammatiche per le industrie, l’occupazione, l’economia che sono evidenti agli occhi di tutti, esclusi coloro che hanno la vista coperta da un velo di ideologia e di tornaconto.
Allora, la domanda sorge spontanea: Esimia Baronessa Ursula von der Leyen, potrebbe spiegare a noi comuni mortali (con qualche modesta esperienza di lavoro in tutti i settori dell’Industria) dove sta il Suo pragmatismo? Noi, in Azienda, eravamo abituati a fare progetti, poi programmi, poi revisioni di programmi, modifiche di programmi, and so on, fino al raggiungimento degli obiettivi fissati che dovevano essere positivi per la proprietà, per i lavoratori, per la Società civile. Non crede che sia venuto il momento di fare un esame pragmatico dello stato dell’arte? Si guardi un po’ intorno: come sta andando l’industria, l’occupazione e il governo della sua Germania, e della Francia (Paesi storicamente leaders europei), per non dire degli altri Paesi? Cosa sta aspettando, le prossime elezioni in Germania e in Francia? Vuole che il cappio Cinese (il maggiore inquinatore del Mondo) ci stringa ancora di più il collo? Confida che l’India ci possa salvare? Forse l’Africa?
Non sarebbe un peccato mortale, sebbene per i politici non si possa parlare di peccati veniali o mortali, rivedere alcune green visions; Lei saprà trovare dei Maitres à penser (qualcuno è già in circolazione) che sapranno “intortare” i cittadini e che potranno spiegare che quello che per tanti anni è stato defininito “Green Deal” sarà nei prossimi anni un “New Updated Green Deal”. D’altra parte” la Scienza (chiamata sempre in causa dal colto e dall’inclita per suffragare qualsiasi decisione politica) è sempre progredita attraverso la confutazione delle proposizioni e delle teorie correnti, e non attraverso la caparbia difesa di esse” (R. Dahrendorf). Come diceva il filosofo greco Eraclito (Efeso 535-475 a.C.): “Non c’è nulla di immutabile, tranne l’esigenza di cambiare”.
Così, nessuno avrà perso e tutti saranno contenti!
Desidero concludere con una frase del principe Charles-Maurice de Talleyrand (Parigi 1754-1838) politico, diplomatico e considerato uno dei maggiori esponenti del realismo poltico: “Surtout, pas trop de zèle” (Soprattutto, non troppo zelo). Prosit!
24 febbraio 2025